Le Sigaraie della Manifattura Tabacchi di Firenze

Il 4 novembre 1940 venne inaugurata in via delle Cascine la nuova Manifattura Tabacchi di Firenze, il nuovissimo stabilimento che accorpava i comparti produttivi precedentemente sparsi per la città. Negli anni della guerra gli operai ed in particolare le operaie della Manifattura diedero un grande contributo all’opposizione al regime fascista. Fin dal settembre 1943 le sigaraie si prodigarono nella diffusione di stampa clandestina e nella raccolta di fondi per aiutare le prime formazioni partigiane dislocate sul Monte Morello. Questa la testimonianza di Elsa Massai: “Fu necessario organizzarsi veramente e formare le cellule di fabbrica. Il lavoro dei compagni fu veramente buono, tanto che dopo un breve tempo in ogni reparto esisteva una o più cellule, in totale il numero delle compagne aderenti al P.C. raggiunse la cifra di 74 e i compagni 11. Ogni compagna aveva la sua mansione da svolgere. Tre compagne erano responsabili della stampa, le altre pensavano a distribuirla e lanciare i volantini nell’interno dello stabilimento, le compagne responsabili della stampa – due di esse – dovevano prelevarla e l’altra sorvegliare; questo lavoro era delicato tenendo conto del periodo di controllo da parte delle autorità in cui eravamo, ma con questo le compagne, con la loro scaltrezza, sono sempre riuscite nell’intento”.

Questa testimonianza, così come i profili nella galleria, provengono dal fondo Cesare ed Elsa Massai conservato dal nostro Istituto.

Un altro riferimento alle lotte delle sigaraie fiorentine della Manifattura Tabacchi si trova in uno dei volantini conservati nell’archivio dell’Istituto, volantino consultabile on-line sulla banca dati “Sguardi politici”. Il volantino, firmato dal Comitato di liberazione nazionale, incita le lavoratrici e le donne tutte alla lotta contro l’oppressore tedesco e lo sgherro fascista, facendo riferimento agli scioperi di Marzo del 1944 delle sigaraie, ma anche alle manifestazioni delle “massaie empolesi”, che protestarono contro il razionamento dei generi alimentari, razziati dagli occupanti. Il contributo delle donne alla lotta antifascista, qualunque sia il loro ruolo, viene ritenuto fondamentale, perché: ”Quando le donne si muovono, tutto il popolo si muove”. Ricordiamo che aderire allo sciopero generale del 3 Marzo del 1944 rappresentò un enorme atto di coraggio, perché si rischiava l’arresto, la deportazione, ma anche la fucilazione. Alla Manifattura il 90% delle persone impiegate era costituito da donne le quali, nonostante i miglioramenti salariali e di condizioni di lavoro ottenuti dopo diversi giorni di sciopero, non arretrarono nella lotta contro la fame e il terrore nazifascista.

 

Sonia Farese

Francesco Mascagni

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